La secolare retorica dominante che vede i giovani apatici e disimpegnati non è mai stata tanto lontana dalla realtà.
I giovani Gen Z dalla Nigeria, al Kenya, dal Marocco al Nepal, dal Cile a Hong Kong si fanno sentire, sempre di più. Anche in Italia, nonostante siano meno che altrove, le manifestazioni fiume di ottobre 2025 pro-Palestina mostrano una partecipazione e un impegno politico tutt’altro che apatici.
Ma per cosa protestano i giovani del XXI secolo
Negli ultimi anni e mesi migliaia di giovani hanno occupato strade e campus per denunciare corruzione, disuguaglianze, crisi climatica e una classe dirigente percepita distante, gerontocratica e inadeguata ad affrontare le sfide di oggi, e soprattutto, di domani. Si organizzano su Discord, Telegram o Instagram o su altri social, scendono in piazza anche a rischio della vita, come ancora succede in Iran o Afghanistan.
Le cause per cui si muovono hanno denominatori comuni:
- corruzione e mala-governance,
- deterioramento dei servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporti),
- disuguaglianza sociale e precarietà economica,
- cambiamento climatico e degrado ambientale,
- mancanza di trasparenza e partecipazione reale,
- frustrazione per una classe dirigente distante dai bisogni giovanili.
Diritti, giustizia, salute, istruzione proprio quei principi che da sempre sostengono il cammino e la speranza dell’umanità, spesso dimenticati da chi governa ma riscoperti e pretesi da chi cresce – dalla Rivoluzione francese ai movimenti innescati dei giovani Baby Boomer del ’68. Valori che oggi tornano al centro, accendendo un movimento globale e intergenerazionale contro un potere vecchio e distante dalla vita reale.
Qualcosa si sta risvegliando. E, come sempre nella storia, sono i giovani a dare il primo segnale.
In questo risveglio, le manifestazioni italiane a favore della Flotilla hanno uno spessore diverso. In un Paese con un alto livello di astensionismo, un governo eletto da poco più di 12 milioni di votanti, il riempimento delle piazze in nome della pace e del diritto internazionale diventa un richiamo fortissimo alla responsabilità civile. Per molti, è questa la vera politica. I giovani non sono fuori dalla politica, la stanno reimpostando sui valori cardine della convivenza umana con un occhio al futuro, il loro futuro.
I membri della Z Gen non si riconoscono nei partiti e orientamenti politici del secolo scorso nati in condizioni storiche, sociali e ambientali che oggi non esistono più, non ne hanno memoria. Credono nel cambiamento, ma sanno che non passerà attraverso istituzioni intrappolate in modelli culturali e di potere che oggi non funzionano più. Il loro impegno e attivismo risponde a una visione capace di reagire in tempo reale agli eventi globali, una partecipazione politica, etica e urgente nel pieno stile pragmatico delle giovani generazioni.
Anche il modo di protestare è diverso: molte manifestazioni sono senza leaders, nascono sui social e sono animate da simboli condivisi, come la bandiera dei Pirati[1] (ispirata al manga One Piece), che rappresenta la ribellione giovanile contro le gerarchie dominanti.
Cosa succede in città: uno sguardo sul mondo
Tra il 2024 e il 2025: Kathmandu (Nepal) ma non solo, la protesta giovanile contro corruzione e nepotismo ha portato alla caduta del governo; a Marrackech, Casablanca, Rabat etc. in Marocco, i manifestanti #GenZ212, dopo la morte di 8 giovani donne per parto,si sono opposti alla corruzione e alle spese sullo sport internazionale a scapito dei servizi locali, chiedendo riforme radicali. In Madagascar, la protesta si è innestata su aumento dei prezzi, blackout elettrici, crisi idrica, concentrandosi su ciò che nella vita quotidiana conta per i giovani; a Nairobi, Mombasa etc. (Kenya) le manifestazioni contro le nuove tasse sui beni primari e sul carburante – organizzate su Tiktok – dopo settimane di forti proteste, hanno costretto il governo al ritiro della legge.
Senza dimenticare le proteste di qualche anno fa dei giovani di Hong Kong che tra il 2019 e il 2020 hanno riempito le piazze per difendere libertà e autonomia politica; oppure, le proteste studentesche in Cile, nate per il diritto all’istruzione e diventate simbolo di giustizia sociale.
In Italia studenti e collettivi si mobilitano su istruzione, diritti e politica estera: la generazione che scende in piazza per la Palestina è la stessa che chiede un futuro più giusto anche a casa propria.
La forza Politica delle donne
Se a questi risvegli aggiungiamo un altro elemento fondamentale, quello delle lotte per il diritto di libertà e di pari opportunità delle donne, emerge un fenomeno di risveglio politico di portata molto più ampia.
Dopo il feroce assassinio di Mahsa (Jina) Amini, nel 2022, arrestata e uccisa per non aver indossato “correttamente” il velo, nasce il movimento “Donna, vita, libertà” (Zan, Zendegi, Azadi) che unisce studentesse, artiste, madri e adolescenti contro la violenza patriarcale e la repressione religiosa. Questo movimento ha affermato definitivamente nel mondo l’idea che i diritti delle donne siano diritti umani universali, le ribellioni al femminile delle generazioni Z e Millennials oggi rappresentano una delle forme più forti di partecipazione politica.
Dal 2021, con il ritorno dei talebani le ragazze afghane non possono più frequentare scuole superiori e università. In alcune province del Pakistan, dove anni fa Malala Yousafzai rischiò la vita per lo stesso principio, accadono episodi simili, tra minacce e chiusure forzate di scuole femminili. Eppure, anche qui, la protesta continua in modo invisibile, con lezioni clandestine, attivismo digitale, e campagne globali (#LetHerLearn).
I giovani non sono disinteressati alla politica. Sono disinteressati a “questa” politica, che non li vede.
Una generazione fa, nel 2010, quando nascevano i primi bambini della Alpha Gen, c’è stato il primo segnale di un cambio di epoca politica: la Primavera araba. Giovani studenti e donne di Tunisi, Il Cairo e Bengasi scendevano in piazza per chiedere dignità, libertà e futuro.
Quelle rivolte non cambiarono i regimi, ma ci hanno ricordato una verità che la storia tende a dimenticare: la politica deve anticipare il cambiamento, non ostacolarlo. Deve servire i cittadini, non servirsi di loro.
I. Pierantoni, ottobre 2025
[1] https://www.theguardian.com/world/2025/sep/24/how-one-piece-manga-flag-became-symbol-asia-gen-z-protest-movement-liberation?
Fonti:
- Gen Z: cresce la protesta dei giovani nel mondo – ISPIONLINE.IT – https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/gen-z-cresce-la-protesta-dei-giovani-nel-mondo-219400?
- From Madagascar to Morocco: Gen Z protests shake Africa – From opposite ends of the continent, Africa’s Gen Z youth take to the streets – https://www.opb.org/article/2025/10/02/from-opposite-ends-of-the-continent-africa-s-gen-z-youth-take-to-streets/
- #LetHerLearn – Malala Global campaign for girls’ education
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