Quiet Quitting: ma davvero è una questione generazionale?

Smettiamo di chiamarlo “abbandono” (e di dare la colpa alle generazioni). Negli ultimi anni, il termine Quiet Quitting ha generato interpretazioni spesso fantasiose, definizioni accattivanti associate alle generazioni. C’è chi descrive il fenomeno come il comportamento di chi, sul lavoro, fa “solo” ciò che è richiesto dal proprio ruolo. Né più, né meno. Niente straordinari non pagati, niente super impegno extra per dimostrare fedeltà all’azienda. Oppure, chi lo utilizza per indicare chi lo associa a dimissioni silenziose, o chi lo vede come una nuova forma di ribellione generazionale, una protesta muta contro il lavoro e le regole aziendali. Fin qui, tutto sommato, nulla di nuovo. Ma il punto è un altro. Questa tendenza viene troppo spesso descritta come tipica delle … Continua a leggere

BCE, Come cambia il lavoro: 3-5-8, Pronti, partenza, via!

Il lavoro non è più quello di una volta, e nemmeno la carriera. Oramai è chiaro per tutti: l’invecchiamento demografico comporta l’allungamento della vita lavorativa e, di conseguenza, l’invecchiamento delle competenze e l’emergere del “midlife reskilling”, ossia della necessità di formazione e aggiornamento continuo, per tutti, ma in particolare per chi è over40. Il megatrend demografico ha impatti in tutti i settori della vita umana, ed essendo un megatrend ha effetti ampi e inarrestabili, in questo senso la transizione demografica rende obsoleto il vecchio modello del lavoro allineato alle fasi di vita basato su studio-lavoro-carriera-pensione. I nostalgici di ‘era meglio prima’ se ne devono fare una ragione. Il mondo è cambiato, le circostanze sono cambiate, le risorse e gli strumenti a disposizione … Continua a leggere

Se gli adulti sono i nuovi analfabeti

Analfabeti funzionali, ossia quelli che pur sapendo leggere e scrivere non ne capiscono il senso: il 35% degli adulti italiani. in maggioranza X Generation e Baby Boomer. È un tema che seguiamo da anni: ne avevamo già parlato in un articolo del 2018, e da allora le cose sono solo peggiorate, visti gli esiti dell’ultima rilevazione OCSE. C’è una stretta relazione tra competenze cognitive e sviluppo del Paese, un tema che altri stati come la Francia hanno affrontato già dieci anni fa invertendone la tendenza. E noi? Eppure lo sappiamo da anni. Le persone italiane di 55-65 anni mostrano i valori di competenza più bassi rispetto ai giovani di 16-24 anni, e le donne anche di più rispetto agli uomini … Continua a leggere

Gen Z in azienda? Prima di assumerli di nuovo, ci penso su …

Nel mondo imprenditori e manager senior da un lato, e ragazzi della Generazione Z dall’altro si stanno confrontando nel mondo del lavoro attuale. Ma come vanno le cose tra generazioni così lontane?  Curiosando tra le aziende e le agenzie per il lavoro, si scopre che alcuni tratti di questa generazione stanno creando un bel po’ di grattacapi a chi ci deve comunicare e lavorare, è quanto emerge da una ricerca uscita da poco. E’ vero questo accade in USA, ma forse anche in Europa si possono cogliere similitudini, o no? E poi:  cosa succede nei colloqui di lavoro con i ragazzi di questo fascia generazionale? Cosa cercano realmente e come si pongono in uno scenario di mercato del lavoro così complesso e … Continua a leggere

"I giovani ce li dobbiamo meritare", a proposito di calo demografico. E poi ci sono gli Eet.

Il trend è innegabile, forse irreversibile nel breve periodo. Per ogni giovane che arriva dai Paesi avanzati emigrano 8.5 italiani, un numero che supera di gran lunga l’arrivo di giovani stranieri in Italia.[1] Oggi, un giovane italiano su tre (Z e Alpha Gen) sogna di vivere all’estero attratto da condizioni di vita e di lavoro che nel nostro Paese sono sempre più difficili da raggiungere.  Non è più solo una tendenza passeggera, ma un vero e proprio orientamento generazionale che sta ridisegnando il tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Questo esodo è più che un fenomeno statistico, è una chiara ricerca di opportunità e stabilità che i giovani italiani sentono di non poter ottenere in Italia, un orientamento molto … Continua a leggere

Trasformazione del lavoro? Con la generazione Alpha il bello deve ancora venire.

Tra 4 anni, nel 2028, i più grandi della Alpha Gen e i giovanissimi della Z Gen, inizieranno ad entrare nel mondo del lavoro. Ma di quali aspettative e cambiamenti saranno portatori? Se fino ad ora i cambiamenti nei modelli di lavoro organizzativi sono sembrati veloci, inattesi, forse insostenibili, con i membri di questa generazione è lecito pensare che ‘il bello deve ancora venire!”. Per molti di loro, già oggi, la laurea non è un obiettivo essenziale per la propria formazione e successo, o perlomeno non lo è come traguardo sequenziale da raggiungere velocemente, in modalità ‘impilabile’, un gradino dopo l’altro, nella fase di crescita formativa standard, magari più in là. Del resto, diversi della generazione poco più adulta, membri … Continua a leggere

#Lavoro: smetto quando voglio!

Si sta diffondendo un nuovo stereotipo legato alla sfida multigenerazionale e che è legato alla difficoltà di trovare personale,  di trattenerlo per più di due o tre anni, e motivarlo. In Italia è ormai un’emergenza nazionale in ogni settore di mercato e area professionale, gli imprenditori faticano soprattutto con i giovani che hanno in mano le nuove competenze. Il fenomeno è talmente diffuso nelle generazioni più giovani che da qualche anno è nata la definizione di Job-hopping[1]: letteralmente, in inglese, significa saltare da un lavoro all’altro velocemente, un comportamento rilevato nei paesi in cui il tasso di disoccupazione è più basso, come negli USA. In Italia, i job-hopper under40, nel 2021 erano circa 1 milione, (Randstat[2]) . Tuttavia, forse è … Continua a leggere

Millennials e Gen Z "rompono" il paradigma tra sacrificio e carriera

Il sacrificio per il lavoro non è più un fattore scontato, per non parlare della carriera professionale che ormai per i giovani, ma anche per i più adulti, non bastano a giustificare la rinuncia a perseguire quello che conta davvero: i propri interessi, gli affetti o i progetti personali da realizzare prima possibile, responsabilità individuale e collettiva, sicurezza finanziaria. Un panorama di valori professionali che ha retto fino a un decennio fa e che oggi è obsoleto, ma che contribuisce a sgretolare un sistema economico in profonda trasformazione, rimodellando quelle che sono le pratiche lavorative di intere generazioni di lavoratori. La generazione Z, composta da individui nati tra il 1995 e il 2010, e i più giovani dei Millennials, nati … Continua a leggere

Aumentano gli occupati: ma quali? E con quali effetti sui lavoratori di domani?

Capire i numeri: occupazione e impatto sulle generazioni Ne parlano tutti: nel 2023 aumentano gli occupati in Italia. Se ti chiedi perché ne parliamo anche noi ecco qui la risposta: Generation Mover™ in tutte le sue attività di studio-consulenza- formazione usa un approccio metodologico quantitativo, per questo motivo applica da sempre l’analisi demografica e generazionale nello studio dei cambiamenti sociali, economici e organizzativi. Di conseguenza, l’analisi dell’andamento dell’occupazione per classi d’età, è indispensabile per comprendere meglio i cambiamenti nel mondo del lavoro da parte di aziende, lavoratori e professionisti. L’aumento degli occupati di cui si parla da settembre 2023, è una tendenza iniziata alla fine della pandemia Covid-19. Una tendenza non nuova dopo periodi di forti crisi ai quali spesso … Continua a leggere

Il futuro delle aziende dipende dalla collaborazione intergenerazionale

4 Motivi, 3 Esempi, 1 Problema. Il futuro delle aziende dipende dalla capacità di promuovere e utilizzare la collaborazione intergenerazionale. La diversità generazionale è un patrimonio ancora poco riconosciuto e valorizzato nelle aziende italiane. In effetti, uno degli effetti concreti dell’aumento della vita media, è proprio l’allungamento della vita professionale delle persone. Il risultato è la convivenza di più generazioni nel mondo del lavoro. Tuttavia, ancora troppo spesso l’accento è posto più sulle differenze e e sui conflitti tra generazioni, magari alimentando facili pregiudizi e stereotipi, che sulle enormi potenzialità di un asset socio-economico distintivo del XXI secolo come quello della diversità multigenerazionale. Una chiave di lettura e di azione che non può più mancare sia nella comprensione dei profondi mutamenti … Continua a leggere